Luciano Canfora – La prima marcia su Roma

liberai la repubblica

il Senato mi riconobbe l’imperium

il popolo mi elesse console

Il testo tratta l’ascesa al potere di Ottaviano, analizzando il periodo che va dalla morte del padre adottivo (15 marzo 44 a.C.) alla sua marcia su Roma, epilogo della scalata che sancisce la definitiva presa del potere (19 agosto 43 a.C.).

Ritratto dell’imperatore Ottaviano Augusto
Bernardino Campi. Ritratto dell’imperatore Ottaviano Augusto, olio su tela, 1562. Copia dalla serie perduta dei Cesari di Tiziano. Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte. http://www.artribune.com

Nei confusi momenti che seguirono la morte di Giulio Cesare, l’evento che più ha segnato le conseguenze a lungo termine del suo assassinio, è stato la vacanza di potere avvenuta alla morte dei due consoli, durante la guerra di Modena. Questo episodio è stato studiato con precisione da Canfora, che ipotizza non sia stata una fortuita sequenza di eventi quella che ha permesso al giovane e ambizioso Ottaviano di prendere le redini della Repubblica.

Canfora ci chiarisce le posizioni delle varie forze politiche in lotta per la supremazia, proponendoci un esame attento di documenti dell’epoca che ricostruiscono il quadro delle relazioni tra le fazioni. Grazie all’analisi di questi documenti, possiamo farci un’idea di come ognuno si muoveva per promuovere le rispettive idee. Quale sia la verità ultima è difficile dirlo, secondo l’autore è estremamente importante il momento successivo alla battaglia, in quanto più di un elemento fa credere che i due consoli non morirono per fatalità. Forse non ci sono abbastanza prove per accusare senza ombra di dubbio chi ha guadagnato di più da queste scomparse, ma è certo che limitarci a credere alla versione dei fatti tramandati nel Res Gestae Divi Augusti è quanto meno limitante.

Battaglia di Modena
Nicolò dell’Abate. La Battaglia fra gli eserciti di Antonio e di Ottaviano, Affresco. Modena, Palazzo Comunale 1546 http://www.comune.modena.it/

Come in un giallo, per tentare di chiarire i risvolti di ogni affermazione, dovremmo affidarci al migliore dei detective moderni che risolverebbe brillantemente il caso, ed in soli cinquanta minuti più qualche pausa pubblicitaria! La realtà però è un’altra, il caso è molto complesso e non basterà questa lettura per chiarire il mistero fino in fondo; di certo “La prima marcia su Roma” è un buon punto di partenza per immergerci nel complesso sistema politico romano e percepire quanto difficile fosse muoversi per ottenere il potere e mantenerlo saldo nelle proprie mani.

Incontro dei Triumviri
Nicolò dell’Abate. Incontro dei Triumviri, Affresco. Modena, Palazzo Comunale 1546 http://www.comune.modena.it/

Se qualcuno volesse fare un altro passo per avvicinarsi alla verità, potrebbe affidarsi all’esperto Ronald Syme, autore de “La rivoluzione romana”, un libro pubblicato nel 1939 e considerato ancor oggi la pietra miliare per lo studio dell’epoca di transizione dalla Repubblica al Principato; forse Syme non sarà all’altezza del vostro investigatore preferito, ma di certo è un buon conoscitore dell’argomento. Scrivendo questo articolo ho scoperto con piacere che “La rivoluzione romana” è stato rieditato da Einaudi; purtroppo, quando studiavo questi argomenti, fui costretto a cercarlo in biblioteca; finalmente, potrò procurarmi una copia per rileggerla e violarne le pagine con le mie note. Consiglio questa lettura: vi assicuro che la troverete davvero interessante.

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All’età di diciannove anni, di mia iniziativa e a mie spese […] liberai la repubblica dal dominio dei faziosi. Per ricompensarmi, il Senato […] mi cooptò nel suo ordine […] e mi riconobbe l’imperium. […] Il Senato inoltre mi ordinò di provvedere all’emergenza […] collaborando coi consoli in carica. […] Essendo caduti in guerra entrambi i consoli, il popolo mi elesse console, nonché “triumviro per la riforma dello Stato”. (Res Gestae Divi Augusti)

Chiamate Senato quello che in realtà non è che l’accampamento di Pompeo. […] Avete attirato i soldati, miei e veterani, facendogli credere che si andava a punire gli uccisori di Cesare, e invece […] li fate marciare contro di me […]. E allora vi chiedo di valutare: è più utile per la nostra parte politica vendicare la morte di Trebonio o quella di Cesare? E’ più utile che noi ci combattiamo a vicenda […] o che ci mettiamo d’accordo per non fare il gioco degli avversari? […] Un tale spettacolo finora la fortuna ha voluto risparmiarcelo: due schiere dello stesso esercito che si combattono tra loro. […] Io sono disposto a dimenticare le offese fattemi da chi appartiene alla mia stessa parte politica a patto che essi […] siano sul serio pronti a vendicare, insieme a noi, la morte di Cesare. (Lettera di Antonio del 15/20 marzo 43 a.C. a Irzio e Ottaviano)

Ottaviano diede inizio alla “marcia su Roma” […] si astenne dall’entrare in città con uomini in arme in quanto si dovevano garantire ‘libere elezioni’. Il popolo lo elesse console assieme a Q. Pedio […]. Il neoeletto entrava in Roma per sacrificare agli dèi immortali: nel cielo furono visti dodici avvoltoi, il presagio di Romolo, il fondatore di Roma. Era il 19 agosto e Ottaviano non aveva ancora vent’anni.

(Luciano, Canfora, La prima marcia su Roma, Laterza, 2007, pp. 5-6, 36-37-38, 74-77-78)

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