Samuel Taylor Coleridge – La Ballata del Vecchio Marinaio

I shot the ALBATROSS

L’uomo ha scontato la sua pena, ma una ancora ne avrà

per il resto dei suoi giorni un’angoscia lo costringe ad errare

di terra in terra

all’uomo insegno la mia storia

Si tratta dell’avventuroso viaggio di un uomo che diventa la metafora del viaggio dell’uomo.

La sintesi di quest’opera? La riassume l’autore: come una nave, avendo oltrepassato l’equatore, venne spinta dalle tempeste nella regione fredda in direzione del Polo Sud; e come da là si diresse verso le latitudini tropicali del vasto Oceano Pacifico; e dei singolari eventi che si verificarono; e in qual modo il vecchio marinaio fece ritorno in patria.

Gustave Doré - I shot the ALBATROSS
Gustave Doré – I shot the ALBATROSS

Molto veloce da leggere, è una breve opera in versi, scritti in inglese arcaico. La vicenda, come anticipato, riguarda un vecchio uomo… e potremmo limitarci a considerarla una semplice storiella, raccontata da un pazzo che importuna i passanti; ma, come sempre, noi vogliamo andar più a fondo (insomma, complicarci la vita): diventa evidente che l’opera si presta a molte interpretazioni, è pregna di significati esistenziali. Quella del vecchio, potrebbe essere anche la storia delle nostre scelte di vita; come ognuno di noi, il vecchio “sceglie”, senza sapere cosa sia giusto o sbagliato; a volte, le conseguenze sono imprevedibili e spesso ciò che sembra corretto in un primo tempo, si rivela poi fatalmente disastroso.

Poco importa se sia plausibile o meno il viaggio del vecchio; maggiore attenzione dovremmo dare allo stile, al musicale succedersi dei versi e al crescente moto di angoscia che investe il marinaio. Mi piace lo scenario mistico in cui si svolgono i fatti raccontati. Eventi incredibili: d’incubo; sogni, visioni o forse più correttamente allucinazioni, sono raccontati con enfasi dal marinaio, obbligato a diffonderli in eterno… forse nella speranza di farci riflettere sulla nostra estrema debolezza nei confronti dell’ignoto.

Volgendo lo sguardo in altre direzioni, questa volta verso la musica… Vorrei ricordare un pezzo che riprende l’opera di Coleridge: Rime of the Ancient Mariner degli Iron Maiden.


The ship was cheered, the harbour cleared,

Merrily did we drop

Below the kirk, below the hill,

Below the lighthouse top.

La nave fu salutata, il porto oltrepassato,

allegramente scomparimmo

oltre la chiesa, oltre la collina,

oltre la cima del faro.


‘God save thee, ancient Mariner!

From the fiends, that plague thee thus! –

Why look’st thou so?’ – With my cross-bow

I shot the ALBATROSS.

“Iddio ti salvi, vecchio marinaio,

dai demoni che ti tormentano così!

Perché cambi espressione?” “Con la mia balestra

io l’Albatro abbattei”


Oh! dream of joy! is this indeed

The light-house top I see?

Is this the hill? is this the kirk?

Is this mine own countree?

O sogno di gioia! Quella che vedo

è veramente la punta del faro?

E questa la collina? Quella la chiesa?

Questa la patria mia?

(Samuel Taylor, Coleridge, La Ballata del Vecchio Marinaio, Feltrinelli, 2012, pp. 2-5, 8-9, 44-45)

Samuel Taylor Coleridge - La Ballata del Vecchio Marinaio

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